lunedì 21 novembre 2016

La lezione capovolta per l’italiano a stranieri. Proposte e dubbi alla giornata Alma di Barcellona




Sabato 12 novembre si è svolta alla Scuola Ufficiale di Lingue di Barcellona la seconda giornata di formazione, organizzata da Alma edizioni.  Il titolo futurista,  Didattica futura, idee e strumenti per la lezione di italiano del XXI secolo, annunciava esplicitamente il programma.   Che non ha deluso. 



                   http://www.almaedizioni.it/it/eventi/iscrivi/ii-giornata-di-formazione-barcellona/




Come sempre stimolante e innovativa, un po’ “analogica” e molto digitale, la giornata si è aperta con l’intervento di Chiara Sandri che ha presentato delle interessanti proposte su come affrontare la cultura nei corsi di conversazione.

Dopodiché,  il primo tuffo nelle risorse digitali lo abbiamo fatto grazie a Fabrizio Ruggeri. Il titolo del suo intervento non lascia dubbi:  Strumenti online per attività didattiche con immagini e video del web

Ma lascio a qualcun altro il compito di scendere nei particolari per raccontarci gli interventi di Sandri e Ruggeri.  Qui ho l’intenzione di parlare del terzo intervento, quello sulla classe capovolta, proposto da Àngels Bargalló e Stefania Fantauzzi,  docenti presso le EOI di Barcellona e di Terrassa (dall’acronimo catalano, Escola Oficial d’Idiomes, ovvero Scuola Ufficiale di Lingue). 

Trattandosi di un argomento che recentemente è stato dibattuto  anche su facebook, dal gruppo  “Italiano per Stranieri”, mi è sembrata un’ottima occasione per capire che cosa s’intende per “lezione capovolta”.

Molti ne parlano, pochi la stanno sperimentando nelle scuole,  pochissimi nell’ambito dell’italiano a stranieri,  la flipped classroom suscita comunque curiosità, dubbi e qualche perplessità.

giovedì 15 settembre 2016

Risorse digitali per nativi forse non così digitali



Sembra un titolo strampalato, ma l’idea era stata suggerita la scorsa primavera dal professor Davide Schenetti in una delle due giornate del terzo incontro pratico, organizzato da La Casa delle Lingue qui a Barcellona.

Davide che insegna alla Friedrich-Alexander Univerisität di Norimberga,  metteva in dubbio la tanto decantata abilità, o meglio l’effettiva autonomia degli alunni più giovani nell’utilizzo delle tecnologie digitali.





       Come sono i nativi digitali




Di tale sospetto, peraltro condiviso da chi scrive (benché solo a metà) ne parlerò oltre.   
Ora preferisco raccontare di alcune risorse digitali,  strumenti per una didattica multimediale delle lingue - il titolo della lezione di Davide,  che mi sembrano utili visto che siamo all'inizio dei corsi e vale la pena di documentarsi.

Il cellulare, come protesi ormai indispensabile di giovani e non tanto, diventa ovviamente imprescindibile quando si devono scegliere le risorse digitali a scopi didattici. 


Per la condivisione e lo scambio effettivo  dei programmi, meglio quelli che garantiscano non solo un’accessibilità facile, ma soprattutto che offrano applicazioni compatibili tra i diversi dispositivi.


Ne scelgo tre:

Goqr.me, molto divertente e veloce, aiuta a distribuire Url o info a dispositivi mobili.




 Socrative, un’app con due ruoli: insegnante (Socrative Teacher) e studente (Socrative Student).  Il programma permette di preparare dei quiz e dei sondaggi.

Da usare a lezione. O meglio: il docente prepara in anticipo al computer  i quiz offerti dal programma.

Dopodiché li propone a lezione, mentre gli alunni per svolgerli useranno il proprio browser, il cellulare o l’iPad, magari in modo collaborativo, tra gruppi.  Importante: per gli studenti non è necessario registrarsi.

I quiz sono a scelta multipla, vero/falso o risposta breve e possono venire scaricati in formato pdf


Riguardo ai risultati delle verifiche, possiamo scegliere se visualizzare i report in tempo reale,  sul computer di classe o meglio ancora sulla LIM, oppure scaricarli in formato excel.


Consiglio questo tutorial su Socrative


O questi due videotutorial:


- in italiano

- e in inglese  



Padlet, di cui ci eravamo già occupati in questo post, è una lavagna o muro virtuale, su cui postare avvisi, frasi, link, video, mappe e file audio. 

Grazie all’opzione “privacy” l’insegnante può decidere se usarlo come unico scrittore,  oppure proporlo in modo collaborativo e dare il permesso agli studenti di scrivere.


Consiglio questo tutorial: Padlet: un muro virtuale per appuntare, assemblare, collaborare



In conclusione,  Davide Schenetti ci ha proposto una serie di attività, di cui ne scelgo due particolarmente coinvolgenti:




  2 proposte possibili




Per la seconda attività, tuttavia, perché funzioni è necessario supporre che gli studenti, almeno i più giovani, possiedano delle competenze adeguate in lingua straniera tali da facilitarli (oltre alla lettura di un libro) nella preparazione di una breve ricerca online, per poi presentarla attraverso uno strumento tecnologico (audio o video).   

Se riescono nella prima parte dell’attività, non è detto che poi non deleghino all’insegnante la realizzazione del materiale didattico digitale, con il conseguente sovraccarico di lavoro per il povero prof.

Il grafico all’inizio di questo post ci induce a riflettere sulla tanto proclamata abilità degli studenti più giovani di creare risorse in modo autonomo. 
I nativi digitali  più giovani usano la Rete in primo luogo per le attività di comunicazione (83%), mentre minoritarie sono le attività creative e di produzione di contenuti originali (commenti, testi, musica, video), solo il 4-9%.

Il grafico fa riferimento a un articolo del 2013,  commento di una ricerca sul rapporto degli studenti con i nuovi media, realizzata dal Dipartimento di Sociologia dell’Università Milano Bicocca. 

In effetti e per esperienza diretta, ho verificato una certa reticenza verso lo svolgimento di alcune attività proprio tra gli alunni più giovani (sì, proprio quelli con il WhatsApp sempre aperto).

In ogni caso, sono ragionevolmente ottimista perché è anche vero che gli studenti nati negli anni 90 non hanno nessun timore all’accesso dei vari dispositivi tecnologici. Al contrario delle generazioni  precedenti. Comunque, oltre a conoscere se gli studenti sanno più o meno usare lo smartphone, come sempre  la domanda fondamentale è quella che si sono posti nella ricerca di Milano Bicocca: 

quali sono le ricadute dell'uso delle tecnologie sull'apprendimento?


Per il momento,  sono d’accordo con chi sostiene che nel 2016 si ottengono audio e video di altissimo livello con un iPad, per tanto non è il caso che l’insegnante lavori 24 ore su 24, ma di scegliere gli strumenti più adatti al nostro programma e, ovviamente,  all’utenza iscritta ai corsi.

Forse all’inizio dovremo essere più attivi noi insegnanti nell’orientare gli studenti ad usare un’app particolarmente adatta all’italiano,  ma penso che ne valga la pena, perché gli strumenti digitali possono davvero sostenere il processo di apprendimento di una lingua straniera.


La collega Ilaria Bada consiglia questi studi per chi volesse approfondire l'argomento sulla sopravvalutata competenza digitale del "nativi digitali":


- Paolo Attivissimo,  Per favore, non chiamateli nativi digitali


Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde, report della ricerca del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Milano Bicocca.


- Glòria Sanz Pinyol,  Escritura joven en la red, 2011 


-  AA.VV. The Google generation: the information behaviour of the researcher of the future, 2008.


- J.Coiro – E. Dobler,   Exploring the online reading comprehension strategies used by sixth-grade skilled readers to search for and locate information on the Internet, 2007



venerdì 9 settembre 2016

Giochi alla lavagna con varianti



                         lavagna


Ricominciano le lezioni con la conseguente ricerca affannosa delle mille risorse, archiviate prima delle vacanze in modo più o meno ordinato.

L’aula mi aspetta e oltre agli studenti, mi ritroverò con l’onnipresente lavagna, che per tutti i prof si materializza nelle diverse versioni: da quella vecchiotta con il gesso, a quella bianca con i pennarelli colorati, o all’utensile considerato magico e chiamato LIM (lavagna interattiva multimediale). 

In ogni caso, una delle migliori utilità della lavagna è quella di giocarci.

Allora, per cominciare l’anno scolastico o accademico, perché non ripassare i giochini da proporre alla lavagna? 

Alcuni possono apparire  logorati dal troppo uso, tuttavia per tutti c’è una versione che li rende meno scontati, più collaborativi e competitivi, dunque divertenti.

L’idea mi è caduta sotto gli occhi grazie al post di Dylan Gates,   10 Board Games for EFL Teachers, pensato per l’inglese, ma che risulta utile tranquillamente per tutte le lingue, dato che i giochi non conoscono frontiere.

Vediamone alcuni:

L’impiccato

Direte che è fin troppo noto. Vero, ma lo si può proporre con le seguenti varianti:
- per i livelli A1-A2, per il ripasso della fonetica, proporre una parola attraverso i suoi simboli fonetici invece delle lettere

- la scelta delle parole da indovinare è compito degli studenti divisi in gruppi di 3-4. Il gruppo che indovina per primo vince un punto

- Livelli B1-B2 e oltre:  modi di dire brevi, in questo caso si può usare anche il patibolo come parte del diagramma da disegnare durante il gioco (esempi di modi di dire: pagare alla romana, avere la luna storta, fare le ore piccole, chi cerca trova, ecc).

Per chi ha a disposizione una LIM esistono delle versioni online del gioco, come questa multilingue: il gioco dell’impiccato.

Indovina la parola, di spalle alla lavagna

La classe viene divisa in due squadre, l’insegnante posiziona due sedie davanti alla lavagna. A turno uno studente di ogni squadra, cioè 2 studenti, si siedono di spalle alla lavagna su cui l’insegnante scriverà la parola da ripassare.

Ogni squadra suggerisce una definizione della parola al proprio membro seduto davanti alla lavagna, naturalmente senza nominarla. 
Sono ammessi giochi di parole, argute scorciatoie, come aiutarsi con il ricorso alla fonetica della propria lingua.

Insomma, il divertimento è assicurato, anche se si crea parecchia confusione. 

Vince chi indovina per primo la parola, va assegnato un punto per la sua squadra.
 
Il conto alla rovescia (countdown)

Gli studenti vengono divisi in gruppi di 3-4.  Uno studente scrive alla lavagna 9-10 lettere, in cui siano presenti tanto vocali come consonanti.

Le squadre devono creare delle parole con le lettere disponibili. Assegnare un tempo limite.

Variante: l’insegnante scrive una parola piuttosto lunga, in questo caso i lemmi con prefissi e suffissi ci vengono d’aiuto:  extracomunitario, testardaggine, fruttivendolo, ospedaliero, giocherellare…

In 3 minuti i gruppi devono formare (“estrarre”) parole diverse.
Assegnare un punto al gruppo con il maggior numero di parole corrette, e mezzo punto per le parole più curiose o divertenti.


Tombola

Per questa variante è necessario un minimo di preparazione da parte dell’insegnante.

- Scegliere 10 parole da ripassare e scriverle alla lavagna.

Ogni studente ne sceglie 5 e le scrive sul proprio quaderno. 
A questo punto l’insegnante legge a caso un sinonimo di una delle parole.

Gli studenti che pensano di avere la parola corretta, la devono cancellare dal proprio elenco. Chi cancella 5 parole grida “tombola!”, ma non avrà nessun punto nel caso di errore. Il gioco continua.

- Un’altra variante: invece di un sinonimo propongo di solito una definizione della parola, principalmente con i livelli più alti. 
La lettura della definzione è compito degli studenti che la “pescano” da un mazzo preparato dall’insegnante.

- Se l’insegnante ha tempo, può preparare e raccontare una storia con le parole da ripassare. 

Quando nella frase appare la parola si deve dire “biip”.  Ad esempio, se una delle parole è “piovoso”, la storia può cominciare così: 
Abbiamo rimandato la gita al mare perché il tempo era grigio e “biip”, allora…

Dettato di corsa

Questa attività è un classico del cooperative learning.

Scrivere su dei fogli delle parole, oppure delle frasi tratte da una lettura dal manuale in uso.

È possibile anche ricostruire parte di una lettura proposta in una lezione precedente.

Appendere i fogli alla lavagna.  
Dividere la classe in gruppi di 3 o 4 alunni. 
A turno uno studente di ogni squadra corre a leggere ciò che è scritto su un foglio, lo memorizza e torna dal proprio gruppo per dettare.

Se non ricorda una parola può tornare a leggerla, ma in nessun caso deve dettarla da lontano, cioè dalla lavagna.

È il turno di un secondo compagno e così via, fino ad esaurire tutti i fogli, le frasi o le parole.

Verifica:  gli alunni si alzano e vanno alla lavagna a controllare se hanno scritto correttamente.

Variante per classi numerose:  per le classi numerose sia l’attività che la verifica possono creare confusione, soprattutto quest’ultima, quando tanti studenti si trovano insieme davanti alla lavagna. 

Per chi ha a disposizione una LIM il problema non esiste, infatti per la verifica si può visualizzare il testo alla grande. 

Ma per chi non ce l’ha una soluzione consiste nel preparare delle fotocopie con le stesse frasi per ogni squadra, appenderle in punti diversi dell’aula, abbastanza lontane dai gruppi.  Alla fine, staccare i fogli dalla lavagna e dalle pareti e consegnarle ai gruppi per la verifica.  

Durante l'attività è divertente vedere come gli studenti corrono per l’aula come dei disperati, nel tentativo di finire per primi.

Correggere gli errori: ogni squadra conta gli errori di tutti i suoi membri,  assegnare mezzo punto a chi finisce prima, più un punto a chi fa il minor numero di errori.

Questo dettato attivo, oltre ad essere un potente esercizio collaborativo, esercita le competenze di pronuncia, lettura e scrittura, nonché la capacità di memoria.

Per finire, potrete trovare altri “giochi alla lavagna” nell’articolo di Dylan Gates, sempre divertenti e con un’attenzione particolare a promuovere non solo le competenze linguistiche, ma anche la motivazione e soprattutto l’autonomia dello studente.

lunedì 23 maggio 2016

Alma Madrid 2016: seconda parte

Cari colleghi e colleghe, bentrovati!

Segue la seconda parte del nostro resoconto sulla quarta giornata di formazione Alma a Madrid con i riassunti relativi ai laboratori del pomeriggio.

Buona lettura!
Ornella e Adriana



A proposito di cucina: percorsi di lingua/cultura italiana - Anna Nencioni

Anna Nencioni 3


Il laboratorio di Anna è stato un viaggio nel mondo della cucina italiana, intesa sia come spazio fisico e decisionale delle famiglie italiane, che come ricco bagaglio culturale che ci accomuna attorno alla tavola.

Chi non ha mai vissuto in prima persona almeno un momento importante della propria vita in una cucina o non ricorda, ad esempio, scene di film ambientate in questo spazio? O possiamo mai negare che il ricettario ereditato in famiglia rappresenti un sapere collettivo da conservare? E arrivando ai giorni nostri, alzi la mano chi non ha mai postato la foto di quel piatto così buono o di un ristorante molto esclusivo! Ecco come la cucina si rivela una ricca fonte discorsiva, tanto orale quanto scritta, la cui natura trasversale e multidisciplinare offre spunti per molteplici attività didattiche.

Una delle numerose proposte di Anna parte da un’analisi contrastiva del valore che ha nella cultura italiana e spagnola uno dei nostri piatti tipici, il più conosciuto al mondo. La pizza, infatti, che in Italia si mangia a cena fuori con gli amici, mentre in Spagna è legata alle serate a casa e in famiglia, offre già molti spunti di riflessione culturale. Utilizzando alcuni video, come ad esempio la pubblicità di una famosa marca di prodotti surgelati e uno spezzone di Totò Sapore (cartone animato sulla storia della pizza), si possono creare attività didattiche che puntino ad evidenziare le differenze culturali e offrano uno spunto linguistico a lezione.
Continuando con la pubblicità, Anna ha sottolineato quanto la cucina italiana venga spesso proposta come stile di vita: negli spot della San Pellegrino con Pier Francesco Favino e della Cirio di Ferzan Ozpetek o nel celebre cortometraggio Italy in a day di Gabriele Salvatores, la cucina è presentata come una dimensione estremamente conviviale, in cui l’atto del mangiare è qualcosa in più del semplice mangiare e ricopre un ruolo fondamentale nella quotidianità degli italiani.

Per concludere, Anna ci ha proposto attività didattiche che prendono spunto dalle copertine di alcuni libri di cucina, testi pieni di giochi di parole e di frasi fatte, da usare sia semplicemente come immagini da descrivere, sia per analizzare gli elementi linguistici dei titoli, che in un gioco di abbinamento con i riassunti degli stessi presenti nella quarta di copertina.  





Far formulare domande agli studenti - Paolo Torresan

Saper formulare domande è una capacità necessaria che i nostri studenti devono sviluppare per interagire con i nativi. Nella pratica didattica, però, siamo sempre noi docenti a farle. Ma come possiamo farle formulare agli studenti? Questa è la domanda a cui Paolo ha risposto nel suo laboratorio del pomeriggio, proponendo una serie di strategie come sempre originali.

Per far formulare domande di presentazione, è possibile proporre concentrazione di domande, un’attività adatta per far parlare di sé. Si devono scrivere 3 domande per il compagno. Ci si fa una domanda a testa, dopodiché ci si scambia il foglio e si va da un altro compagno. L’attività va avanti così, scambiandosi i fogli e ponendo le domande di altri compagni a nuovi compagni.  

Come attività di pre-comprensione di un testo, invece di usare le domande dell’autore del materiale, si può creare un percorso al contrario con domande di pre-comprensione sulla base di un indizio. Ad esempio, mostrando agli studenti il quadro Il bacio di Hayez, si chiede loro di scrivere in coppia alcune domande per intervistare l’autore e poi di consegnarle a un’altra coppia che dovrà rispondere. Solamente in seguito si farà vedere il video di Michelangelo Moggia sulla critica del quadro, creando curiosità con l’anteposizione delle domande e rovesciando in questo modo il classico schema GAS (globalità-analisi-sintesi).

Come attività di pre-produzione scritta e orale, Paolo ci ha proposto l’intervista divergente, in cui lo studente prepara una serie di domande per intervistare un capo di abbigliamento indossato dal compagno (Nuovo Espresso 2, pag. 14, Una strana intervista).

Per far formulare domande, gli si possono anche far confezionare dei quiz, come il quiz culturale di Giochi senza frontiere (attività 3.3.9, La sfida). Si divide la classe in due squadre e si consegna uno schema a forma di alveare al cui interno sono presenti delle lettere e altre caselle vuote da completare. Ogni lettera dell’alveare è l’iniziale di una parola e ciascun gruppo formula una domanda per ogni lettera. Es. S → Sicilia. Domanda: l’isola dove si mangiano gli arancini. E da qui parte il gioco!





Il manuale per ragazzi di Alma e l’offerta digitale per corsi di lingua - Giacomo Pierini

Durante il pomeriggio è intervenuto anche Giacomo Pierini della casa editrice Alma, per illustrarci il manuale Espresso ragazzi, che ha un’impostazione analoga alla versione per adulti, ma contenuti e lessico pensati per adolescenti e un videocorso interamente realizzato da veri studenti italiani. Attraverso Espresso ragazzi, inoltre, abbiamo potuto apprezzare i vantaggi della versione digitale del testo, disponibile, al momento, per alcune pubblicazioni di Alma, uno strumento molto pratico per scrivere, evidenziare e aggiungere elementi a nostro piacimento, con la possibilità di salvare le modifiche fatte.


A conclusione della giornata, Giacomo ha finalmente fatto un annuncio che in tanti stavamo aspettando: l’uscita a breve di Espresso 4 e 5! Un’ulteriore ragione, oltre alla qualità dei laboratori e allo scambio di idee con colleghi nuovi, per non perderci il prossimo incontro del 2017. Arrivederci!

lunedì 16 maggio 2016

Alma Madrid 2016: prima parte


Cari colleghi e colleghe, bentrovati!
Anche quest’anno abbiamo inaugurato la stagione degli incontri formativi con la quarta giornata per insegnanti di italiano in Spagna, organizzata da Alma il 9 aprile alla Casa del Lector di Madrid.


A tutti i prof. che purtroppo non hanno potuto assistervi, dedichiamo questo breve riepilogo dei laboratori della mattina e del pomeriggio, scritto a quattro mani da Ornella Bernardi e Adriana Calise.



Facilitare il processo di scrittura - Paolo Torresan



Torresan ha aperto la giornata proponendo una serie di strategie per motivare gli studenti alla scrittura. L’idea è nata da una ricerca metacognitiva svolta in passato tra i suoi alunni, grazie alla quale ha scoperto che la maggior parte delle difficoltà nasceva per carenze dal punto di vista lessicale e/o contenutistico. Le proposte di Paolo, quindi, mirano a stimolare la creatività e la capacità di ricognizione del lessico fornendo tracce e formati originali che spronano a buttarsi nella scrittura ed evitare così l’ansia da foglio bianco.


Durante il laboratorio abbiamo approfondito 3 tecniche, di cui vi proponiamo alcuni esempi:


  1. Scaffolding  lessicale (dotazione di lessico)

    Lettera invisibile. Lo studente traccia un rettangolo all’interno di un foglio: è una lettera invisibile dentro cui dovrà scrivere in ordine sparso circa 5 parole a suo piacimento. Scambia poi il foglio con un compagno che dovrà completare la lettera partendo dall’input datogli. Questo tipo di esercizio crea un effetto sorpresa al momento dello scambio, rappresenta una piacevole sfida che consiste nel completare le parole del compagno e dà un fine alla propria produzione. Il destinatario di questa lettera è infatti colui che ha fornito le parole e sarà sinceramente interessato a sentire come sono state utilizzate. Se ne può trovare un esempio, leggermente diverso, nell’unità 6 di Domani 2 a pag. 57, Scrivere: i 4 cibi.


  1. Scaffolding testuale  (dotazione di una traccia)

Restituire quanto trasmesso dall’altro. In questa attività in coppia si assegnano tre temi di cui parlare ininterrottamente per 5 minuti ciascuno. Mentre lo studente A parla, lo studente B ascolta ma non interviene, e viceversa. Dopodiché entrambi devono recuperare quanto detto dal compagno e scriverlo. È un’attività motivante per chi parla, perché dopo può controllare quanto scritto dal compagno ed è fonte di sfida per chi ascolta, perché deve ricordare quante più informazioni possibili. Se ne può trovare un esempio nell’unità 11 di Domani 3 a pag. 97, Parlare e scrivere: io in cucina.
  1. Scaffolding pragmatico (dotazione di un testo)
La presentazione divergente. Si propone agli alunni una presentazione elaborata da un altro studente come modello per scrivere la propria; in questo modo potranno basarsi su un esempio concreto del testo obiettivo. La diversità dei risultati finali è assicurata, nonostante lo schema di partenza comune.


Le proposte di Paolo, molto più numerose, sono un ottimo spunto per poter proporre a lezione un ampio ventaglio di attività alternative alle classiche idee per esercitare l’abilità di scrittura.



Quando la grammatica dà i numeri - Roberto Tartaglione


Tartaglione 3


Se la grammatica dà i numeri, Roberto fa i calcoli!

Se vi siete mai chiesti quante siano le parole veramente utili per i vostri studenti o come spiegargli, oltre alla regola, gli usi della lingua, non preoccupatevi perché siete in buona compagnia! Queste, infatti, sono alcune delle domande che assalgono spesso gli insegnanti di lingua.


Dall’arrivo di Bembo fino ai giorni nostri, la storia della grammatica è stata segnata da una corsa sfrenata a chi fosse più petrarchista; ma se, come diceva Croce, la lingua è creazione, non è di certo possibile ridurla a quattro regolette.


Agli insegnanti assillati dall’eterno dubbio “grammatica descrittiva o normativa?”, Tartaglione ha tentato di dare una risposta scientifica.

E come?


Analizzando i corpora di frequenza d’uso lessicale più rappresentativi, e indicandone anche qualche limite, Roberto ha cercato di trarre conseguenze lessicali, morfologiche e sintattiche che possono supportare le più diverse strategie o metodologie di insegnamento. Le liste di frequenza da cui è partito sono:


  • il LIF, prima lista basata su testi scritti;
  • il LIP, corpus raccolto attraverso testi orali;
  • il COLFIS, lista tratta dall’italiano giornalistico moderno (contiene polirematiche e verbi pronominali, però mancano parole del vocabolario di base).


Sommando i lemmi dei tre sistemi, si totalizzano circa 14 mila parole: unendoli e rimuovendo i doppioni, Roberto ha raccolto un corpus di 8-9 mila parole. Sapendo che con 1000 vocaboli si esaurisce l’80% delle necessità della comunicazione quotidiana, si pone la questione di selezionare quelle che non possono assolutamente mancare nel vocabolario di uno studente agli inizi del suo percorso di apprendimento. Le precedenti liste usano un criterio puramente statistico, per cui tra le prime 1000 parole figurano vocaboli non indispensabili per un principiante (es. il verbo “ritenere”), ma mancano parole di uso molto comune (es. tiramisù, ecc.); Roberto, invece, ha usato un criterio “esperienziale” e, guidato dalla finalità didattica, è arrivato alla lista di 333 sostantivi e 111 verbi per studenti di livello  A1 presente su Matdid.


Conclusioni


Attraverso questo lavoro, Roberto ha fatto scoperte interessanti dal punto di vista didattico. Ad esempio, lo sapevate che:


  • la lingua italiana è formata al 60% da sostantivi, 20% di verbi, 15% di aggettivi e il resto da avverbi e altro?
  • i nomi in -o/-a rappresentano il 75% e quelli in -e/-i il restante 25%?
  • dei sostantivi in -e, il 50% è maschile e l'altra metà è femminile?
  • il 90% dei verbi di terza coniugazione termina in -isc?
  • esistono oltre 50 possibili combinazioni di pronomi?

Non ci resta altro che tener presente questi dati  e “dare i numeri” a lezione!

lunedì 18 aprile 2016

Un nuovo cambio di tendenza, tra gamification e app



Gli insegnanti alle prese da alcuni anni con le risorse tecnologiche, tra quiz hotpotatoes, piattaforme e tool vari, affrontano adesso un nuovo cambio di tendenza a causa dell’uso sempre più massiccio delle app nei dispositivi mobili. 

Le tanto amate applicazioni per iOs o Android, delizia per gli studenti più giovani e croce di chi scrive,  in alcuni casi stanno sostituendo le piattaforme digitali nell’uso degli apprendenti.
Mi spiego: utilizzo una pagina web  in cui carico materiale di supporto, come i miei esercizi hotpotatoes, pdf  e altri materiali multimediali.